“mi fa schifo”

Questa mattina, nel corso delle ultime interrogazioni per chiudere il quadrimestre, uno studente che non era preparato mi ha detto candidamente: “vede prof, il fatto è che la Costituzione mi fa schifo”.

Il fatto è che non si tratta di uno studente che non studia, che se ne frega della scuola o che non lavora con interesse. E’ un bravissimo studente, uno che cerca di capire e che lavora con impegno!

Avrei preferito una coltellata!

Cosa avrò sbagliato?

23 Responses to “mi fa schifo”

  1. spanni ha detto:

    Non hai sbagliato, ma per loro la costituzione e’ solo un argomento scolastico e come tale classificabile con gli aggettivi che vanno bene per cibi, abiti e… Roba che viene dalla scuola. A volte mi chiedo se sia opportuno trattare argomenti vitali in un ambiente che per la società e quindi per i nostri studenti, vale meno di zero.

  2. Fede ha detto:

    Non le sembra un pò di esagerare?

  3. Giulia Ragazzini ha detto:

    Che bello che si sia preoccupata di un commento del genere, non so quanti altri lo facciano.
    Probabilmente, però, l’unico modo per capire il perché di un commento del genere, è chiederlo a colui che l’ha formulato! Ogni studente è diverso dagli altri e ha motivazioni diverse 😉

    Riguardo al commento della Prof. Spanedda, vorrei dire che sono d’accordo sul fatto che oggi la scuola nella società valga meno di zero, ma è proprio per questo che Voi professori dovete affrontare argomenti vitali dimostrando che la scuola è capace di affrontarli. Chi meglio di Voi può cambiare questa idea? Voi siete sia la scuola che la società. E mi sembra che alcuni professori credano la scuola come il resto della società: non ci credono proprio e arrivano la mattina in classe senza sapere per quale assurdo motivo tutte le mattine lo facciano ancora. Credo che a volte sottovalutiate troppo quanto gli studenti Vi osservino, gli studenti percepiscono queste cose e gli danno fastidio. Gli studenti guardano “tra le righe” più di quanto voi (professori in generale) immaginiate.
    Sono io che credo troppo nel mestiere del professore o è il professore che crede troppo poco nel suo mestiere?
    Perché io in alcune ore ho imparato un sacco di cose e in altre non ho imparato niente (dipenderà anche da me, ma non solo se più della metà della classe la pensa come me)? La scuola funziona solo in certe ore e in altre no?
    Ovviamente non voglio assolutamente generalizzare, non sto parlando di tutti i professori!
    E so bene che i problemi della scuola sono dovuti anche ad altre cose, di altro genere, non voglio semplificare la cosa. Ma credo che anche i professori facciano la loro parte e abbiamo il loro ruolo nel buon funzionamento della scuola.

    Credo inoltre che i professori che rischiano affrontando argomenti “vitali” più di qualche volta ne restino contenti e ottengano qualche beneficio, almeno sentendo parlare alcuni di loro.

    • carlimoretti ha detto:

      Cara Giulia, le tue riflessioni sono sempre molto acute. E’ vero però che non sempre a scuola si possono affrontare temi interessanti e appassionanti. A volte si. Forse. Ma non sempre. Il lavoro scolastico è un lavoro: richiede rigore, impegno e la maggior parte degli insegnanti cerca di farlo con serietà. Cercano di essere chiari nelle spiegazioni, di essere corretti nelle valutazioni. E’ inevitabile che spesso siano ripetitivi e anche un po’ noiosi. Ma non è detto che gli obiettivi che si pongono (e che raggiungono) siano meno importanti.

      • Enrico Anconelli ha detto:

        Concordando con tutto ciò che ha detto Giulia aggiungo solo una considerazione un po’ drastica:
        in prima ero convinto di aver scelto la scuola giusta, in seconda ero entusiasta di ciò che stavo imparando, in terza nulla di esaltante, in quarta iniziavo a chiedermi se i miei insegnanti mi stavano Insegnando, in quinta non vedo l’ora di finire questa inutilità.
        Mi ritrovo con diversi professori cambiati (in peggio), e il mio apprendimento del diritto e dell’economia politica si sono fermati alla seconda superiore.
        Non è possibile che molti professori non siano in grado di spiegare un’argomento, oppure siano talmente rigidi da ricattare la classe con qualsiasi pretesto.
        Non è possibile che in quinta molti miei compagni non sappiano come sia formato il Parlamento e come funzioni lo stato italiano. Non è possibile che debba correggere professori su questi temi… non è possibile che per raggiungere quel determinato quantitativo di programma svolto si debba punire ripetutamente chi già ha lacune in quella materia, fissando verifiche ed interrogazioni ininterrottamente, non guardando in faccia nessuno.

        Il sistema scuola dovrebbe essere strutturato in modo tale che lo studente dica: che bello! sto imparando qualcosa! Se è un peso, tutto ciò che si studia si perderà dopo poco.

        Vorrei, SINCERAMENTE, che il suo metodo di insegnamento venisse impiantanto nella mente di molti altri professori. Perchè possiamo lamentarci del sistema scuola, ma se è ridotta male, lo si deve anche ai molti professori che hanno sbagliato mestiere….
        Anche io non voglio generalizzare, ma devo dire che ho avuto molti “cattivi esempi” nella mia vita scolastica.

      • Giulia Ragazzini ha detto:

        A mio parere tutti gli argomenti di qualsiasi materia possono essere interessanti. Non bisogna per forza parlare di qualcosa di straordinario, ma affrontare anche le cose che all’apparenza possono essere una noia mortale, nel modo più interessante possibile. La differenza si trova molto nel modo di affrontare l’argomento.
        Un argomento spiegato da una persona può sembrare interessantissimo, da un’altra la cosa più noiosa in assoluto. Mi è capitato di ascoltare spiegazioni di professori diversi su qualche parte di programma e le garantisco che a volte non sembravano nemmeno lo stesso argomento. Con questa affermazione non pretendo che tutti i professori riescano a coinvolgere gli studenti su qualsiasi argomento, ma che almeno ci provino. Un professore che non aspetta nemmeno di entrare in classe e sedersi davanti alla cattedra che già ha cominciato a “sbuffare” ci sta provando? Un professore che dopo un anno e mezzo che ti conosce ti chiama ancora “te con la maglia blu”? Uno che non fa altro che leggere il libro di testo e l’unica cosa che dice è “per la prossima volta lo voglio sapere perfettamente”?
        Il professore è un lavoro: richiede rigore, impegno, bisogna cercare di essere chiari nelle spiegazioni, corretti nelle valutazioni. Ok, ma questo basta a raggiungere gli obbiettivi a lui richiesti?
        Per me il professore è una persona che ha passato non so mai quanti anni della sua vita a studiare qualcosa che gli piace talmente tanto da volerla spiegare a ragazzi che non hanno ancora capito quali sono le loro passioni, magari cercando di trasmettergliele (ovviamente a parte le persone che lo fanno perché era l’unico lavoro disponibile o il più conveniente). Ma a volte questo non è quello che vedo in alcuni professori. C’è, magari è così anche nel loro caso, ma forse non lo dimostrano abbastanza. Siete, quindi, sicuri di dimostrarlo sempre? Di ricordavi sempre per quale motivo avete scelto di entrare tutti i giorni in una classe piena di 20-25 ragazzi (purtroppo adesso anche di più)?
        Ci dite sempre che un giorno dovremo lavorare e mettere tutto il nostro impegno nel nostro lavoro, che avremo delle responsabilità e la scuola serve anche a prepararci a questo. Ma voi lo fate? Non potrete far esplodere una bomba come potrebbe fare un artificiere sbagliando qualcosa nel suo lavoro, non potrete uccidere una persona come potrebbe fare un dottore sbagliando un passaggio in un intervento, ma potreste anche cambiare il futuro di un ragazzo con il vostro insegnamento. A volte sembra che le uniche responsabilità di un professore verso i suoi studenti siano evitare che gli succeda qualcosa o che faccia qualcosa di sbagliato durante le proprie ore, senza parlare poi delle gite o qualsiasi uscita. Ma a me non sembra.

        Per precisare vorrei dire che tutte queste cose me le hanno insegnate dei professori, entrando in classe tutte le mattine e mettendole in pratica.

        Ps Ovviamente non voglio fare un processo ai professori e non mi sto rivolgendo a tutti i professori! Lo ribadisco!

  4. Giulia Ragazzini ha detto:

    Riguardo a quello che ha detto Enrico vorrei dire che sono molto d’accordo: anche a me sta succedendo la stessa cosa con il passare degli anni. Pensavo fosse solo una mia impressione, invece…

  5. carlimoretti ha detto:

    Vorrei però farvi notare che la discussione partiva proprio da un “che schifo” di un MIO studente. Il che significa che certi risultati li ottengono tutti i docenti. Anche quelli che cercano in ogni modo di stimolare ed interessare gli studenti 😦
    Con questo non voglio assolvere tutti i docenti, ma vorrei sottolineare quello che ribadiva Spanni: spesso gli studenti ritengono per definizione “inutile e noioso” tutto quello che è proposto da noi insegnanti. Ai ragazzi sembra sempre “inutile e noioso” tutto quello che a noi sembra invece “bello e interessante”. A parte qualche caso, raro e sporadico.
    Casi preziosi 😉

  6. Giulia Ragazzini ha detto:

    Evidentemente, però, se ha pubblicato questo post dopo tanti anni che insegna non le sarà capitato molte volte un episodio del genere . 😉
    Poi è vero anche che qualche volta gli studenti giustificano il fatto di non aver studiato dicendo che l’argomento non gli interessa, utilizzando questa affermazione come una specie di alibi (più per loro stessi che per l’insegnante). Ma può capitare a due-tre studenti, non ad intere classi.
    Comunque Prof, pensando alle Sue ore, mi vengono in mente tante discussioni che nascevano dagli argomenti del programma. Mi ricordo bene che a volte era costretta a fermarci perché altrimenti impiegavamo tutta l’ora e non riuscivamo ad arrivare all’argomento successivo. Ma la discussione non è, forse, una conseguenza dell’interesse?

  7. spanni ha detto:

    Il mio commento non voleva aprire un conflitto.Spiego meglio il mio pensiero. La società tutta chiede a noi insegnanti di affrontare in classe le tematiche più disparate. Mi sta bene: mi piace spaziare anche oltre i confini della mia materia e spazierei anche di più se non fosse…Quella stessa società considera noi insegnanti come relitti che non hanno scelto il loro mestiere, semplicemente non hanno trovato di meglio da fare. Come può una figura così delegittimata affrontare seriamente problemi vitali?
    Mi pongo realmente la domanda: io ho scelto il mio lavoro e lo trovo massacrante e stupendo, ma affronto tematiche cruciali con molta ansia per timore che vengano archiviate come roba scolastica.Ultimamente il numero degli studenti interessati è in calo e io credo che non sia colpa loro e..nemmeno mia. Credo invece che il sistema classe non funzioni più. Un’ aggregazione che ha l’età come sola cosa in comune non genera nulla e spesso ostacola la crescita.Certo le cose stanno così e c’è poco da fare. Un sistema educativo efficiente non è all’ordine del giorno del nostro paese se non a chiacchiere. Devo dire un’ultima cosa:. quando ho chiesto ai miei allievi di darmi uno straccio di idea per far funzionare meglio il tutto. ho sentito solo il silenzio.Forse un po’ di collaborazione non ci farebbe male!!
    Nota: sono moto rorgogliosa del fatto che la Giulia sia stata una mia studentessa. é inoltre un sollievo sapere che, grazie al cielo, non l’ho…rovinata!

    • Giulia Ragazzini ha detto:

      Ma avete mai provato a chiedere ai vostri studenti che cos’è per loro un insegnante? O pensate direttamente che, dato che la società pensa che voi siate diventati professori perché non avevate niente di meglio da fare, lo pensino anche i vostri studenti? Gli studenti devono confrontarsi con i professori una media di 32 ore settimanali, la società? Forse noi abbiamo un po’ più di elementi per “giudicarvi”. E se, per caso, la pensiamo come il resto della società, dimostrateci che non è così! In fin dei conti, un giorno, la società saranno i vostri alunni e potreste cambiare anche l’idea dell’intera società 😉 Agli studenti avete la possibilità di dimostrarlo, che non siete quello che pensano! In una società in cui le persone non fanno altro che parlare e parlare per poi non fare quello che dicono, non pensate che la dimostrazione valga più di mille parole? Provate a parlare di cose “vitali”, cosa avete da perdere? Se non ne parlate, potrete anche evitare il rischio di farle passare come “roba scolastica” e minimizzare la loro importanza, ma non parlandone? Non parlandone non le renderete, forse, argomenti talmente poco importanti da non doverne nemmeno parlarne?

      Non avevo mai preso in considerazione l’importanza della classe in questo contesto. Le assicuro che non c’è in comune nemmeno l’età. Potremmo avere tutti 15-16 anni, ma quando comincia una discussione si vede bene che in realtà non abbiamo tutti la stessa età. Ha ragione, è difficile riuscire a coinvolgere tutta una classe che non ha gli stessi interessi, però se sono argomenti “vitali”, dovrebbero interessare tutti 😉
      Se la mettiamo da questa parte, però, lasciatemelo dire… la cogestione, allora, è una forma perfetta da questo lato! Ognuno può partecipare al corso (che riguarda temi “vitali”) che più preferisce e, di conseguenza, ci sarà un’aggregazione che ha gli stessi interessi! 😀

      Riguardo alla risposta, per meglio dire non risposta, da parte dei Suoi studenti ha perfettamente ragione! Dovrebbe esserci una collaborazione anche da parte nostra! Se non si aiutano professori e studenti tra di loro, non li aiuta nessuno!

      Ps Il Suo commento non ha generato un conflitto, ma un SANO scambio di idee 😉
      E… grazie Prof! 🙂

    • Enrico Anconelli ha detto:

      Concordo, anche secondo me il sistema classe italiano non funziona più. Bisognerebbe prendere spunto da molti altri paesi europei. Io introdurrei un sistema in stile universitario anche già alle superiori!

      Sarei per una maggiore specializzazione dello studente. Senza togliere ovviamente la cultura generale.

      • carlimoretti ha detto:

        Vorrei però essere un po’ provocatoria. Come mi ha fatto notare un collega che stimo molto, il problema è che “…Storia e Italiano gli faranno comunque schifo, perché sono più difficili e più noiosi di Maria De Filippi, o di qualsiasi altra cosa guardino in televisione o facciano al computer… Se possiamo impegarci solo su ciò che non fa schifo, e l’unica cosa che non fa schifo è il cantantino di turno, non credo andremo molto lontano. Non solo a scuola.”

  8. spanni ha detto:

    sì ,dovrei chiedere ai miei studenti che cosa pensano dell’insegnante in generale. Quello che pensano SIA, non che DOVREBBE ESSERE. Forse avrei qualche spunto in più per procedere.
    Rimane il fatto che affrontare temi vitali richiede una solida preparazione di base. e la base è noiosa e difficile, ci vorrebbe un sistema per renderla praticabile per tutti anche se a diversi livelli. Spesso la noia e il “mi fa schifo” sono una scusa per nascondere la paura di non essere in grado di affrontare in modo adeguato il problema: un po’ come la volpe e l’uva. Mi piacerebbe trovare un modo di comunicare più coinvolgente. Sperimento,
    ma mi rendo conto che ci vorrebbero dieci linguaggi diversi e diamine..io sono un umano attempato, non un computer di ultima generazione! aiuto!

  9. spanni ha detto:

    P:S: sul mio blog ho messo una gif che rende bene la fatica di un insegnante del nuovo millennio. è un po’ primitiva perchè sono ai primi passi con le animazioni, ma ha un suo perchè 😀

  10. XD-MARCO BELLO-XD ha detto:

    va bhe magari il ragazzo ke ha detto così l’ha detto senza pensarci.
    prof. nn si preoccupi così tanto ke secondo me ha capito di aver fatto un errore.

    • carlimoretti ha detto:

      Non ho dubbi. Ma comunque non sono certo arrabbiata con lo studente che ha detto in modo sincero quello che pensano in tanti ;).
      Anzi, gli sono molto grata perché ha dato il via a questo interessante dibattito 😀

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